Scozia - isole Ebridi, in bicicletta da Tarbert a Hougharry

Scozia, isole Ebridi in bici da Tarbert a Hougharry

Un giorno in bici   Europa  -  Itinerario in linea

SCHEDA TECNICA



LUNGHEZZA km 82 - DISLIVELLO mt 570 -

TEMPO h 5,28 - VELOCITA' MEDIA 15 km/h

 

  • PUNTO DI PARTENZA - Tarbert.
  • PUNTO DI ARRIVO - Hougharry.
  • MOMENTO MIGLIORE - Evitare la pioggia sarà difficile in qualsiasi stagione, comunque indicativamente meglio andare da giugno a ottobre.
  • DIFFICOLTA' - Poche difficoltà, ad inizio tappa si affronta per 1 chilometro uno strappo in salita che arriva al 12%, per il resto la tappa è pianeggiante.
  • CICLABILITA' - Buona, il fondo stradale è sempre in buone condizioni, la strada è un po' stretta ma il flusso di auto è veramente scarso. Non ci sono piste ciclabili.
  • SEGNALETICA - Non esiste una segnaletica riservata alla bici.
  • PAESAGGIO - Naturalistico.
  • OMBREGGIATURA - Scarsa.
  • BICI CONSIGLIATA - Da turismo, gravel, bdc.
  • TRENO + BICI - Non ci sono ferrovie, ci sono i traghetti per approdare alle isole, scarsi i servizi di bus.


DA NON PERDERE

  • I colori forti.
  • Il continuo panorama sull'oceano.
  • La tranquillità ormai da noi perduta.
  • Le meravigliose spiagge bianche.
  • Il senso di solitudine.
  • I cavalli liberi di pascolare fra terra e mare.

SCHEDA PERCORSO

Da Tarbert a Hougharry 65 km lontani dalla Main Land! Nel nostro ciclo viaggio in Scozia, in questa tappa nelle Ebridi, da l’Isle of Harris alla North Uist, abbiamo affrontato tutte e quattro le stagioni climatiche, ma anche tutta l’intimità “dell’altra Scozia”.

Qui nelle Isole Ebridi a differenza della “Main Land”, si avverte ancora un senso di isolamento culturale: l’economia di questa popolazione di cultura gaelica non si fonde sul turismo ma sulle attività dell’agricoltura, della pesca, della pastorizia e della tessitura.

La tappa inizia da Tarbert un istmo che divide l’isola di Harris, lasciandoci alle spalle la tappa precedente irta di montagne proseguiamo l’attraversamento delle Ebridi con un percorso che si promette prevalentemente pianeggiante e con belle spiagge bianche… quindi un paradiso!

Con un clima autunnale iniziamo pedalando su strade deserte attraversando i numerosi “cattle grid” che fanno sobbalzare le nostre borse, le rarissime case ci appaiano come disegnate su un panorama dipinto a olio… è l’effetto delle gocce d’acqua sopra gli occhiali e su l’obbiettivo della macchina fotografica, gocce che rinforzano con il proseguire della strada ed eccoci in inverno con un vento contrario che fa piovere per orizzontale… ma è comunque sempre piacevole pedalare, la strada è tutta nostra.

Il traghetto che prendiamo da Leverburgh per arrivare a Borve sull'Isle North Uist, è un'autentica avventura, l'imbarcazione dribbla i numerosi isolotti quasi ricoperti dalle onde dell'oceano che adesso è di un profondo colore grigio scuro con le sfumature bianche delle creste delle onde. Dondoliamo, il parapetto, a nostro parere non è per niente alto, anche le nostre bici sembra che si lamentino muovendosi continuamente e perdendo l'equilibrio finiscono per terra. L'equipaggio tranquillo e un po' sonnolente ci guarda divertiti e ci dice: "no problem, today it's quiet and now the dock is near".

Scendiamo dal traghetto, l’oceano ha un colore minaccioso si alza con le sue onde e si fa sentire al nostro fianco lanciandoci anche qualche spruzzo, pedalando sopra un piccolo istmo con la strada sempre più stretta e drittissima, ci sembra di attraversare un varco spazio/tempo verso un mondo ignoto abitato da creature mitologiche, sembra di essere in un racconto medievale con la bici al posto del cavallo, immersi nel territorio e nella sua natura più cruda.

E infatti ad un certo punto fa capolino un cavallo, tranquillo e placido in mezzo all’oceano che improvvisamente si è calmato, mentre dall’altra parte un tripudio di rododendri si fanno ammirare e ci annunciano che per il momento l’inverno è finito e sta per arrivare qualche minuto di primavera.

A questo punto non ci resta che continuare verso l’estate, il vento e la temperatura più mite ci asciuga un po’, pedaliamo in completa solitudine e i campi bagnati illuminati da un pieno sole assumono colori e sfumature magiche, dal terreno si alza una leggerissima nebbia alta circa 20 centimetri che sembra ci faccia pedalare sopra le nuvole. Le poche case che incontriamo sembrano dei severi guardiani che controllano se sei adeguato a percorrere questi territori. Ormai la fine della tappa è vicina ma la giornata non è ancora finita.

Il remoto bed and breakfast che ci ospita è completamente isolato e posto sulla riva dell’oceano, nessuna possibilità di approvvigionamenti di nessun tipo perché giustamente, come ci dirà la proprietaria, “la Main Land è lontana ci vuole tempo per far arrivare la merce e comunque ne arriva poca e in ritardo, per esempio i giornali arrivano nel pomeriggio, quando arrivano”! Quindi arrangiarsi, ed è bello così!

Ecco in questa tappa, più che nelle altre di tutto il nostro ciclo viaggio scozzese, abbiamo vissuto come dei pionieri alla conquista di un pezzo di terra abbandonata in mezzo all’oceano. Ed è stato molto, molto bello. Emozionante!

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