Il Danubio da Passau a Budapest

Il Danubio da Passau a Budapest

Il viaggio è stato fatto in 3 settimane con 11 tappe.

Complessivamente:

Km 750. Ore 45. Media 16 km/h. Dislivello mt 3.500.

CO2 risparmiata kg 157.

Calorie consumate Kcal 10.020.

Partenza da Passau. Arrivo a Budapest.

Mezzi utilizzati:

Auto casa - Passau / Passau - casa.

Treno Budapest - Bratislava

Taxi Bratislava - Vienna

Treno Vienna - Passau

Sempre con bici al seguito.

PASSAU-BUDAPEST 800 KM ACCANTO AL GRANDE DANUBIO BICICLETTANDO FRA GERMANIA, AUSTRIA, SLOVACCHIA, UNGHERIA

Ed eccoci dunque sulla ciclabile forse più famosa al mondo (almeno da Passau a Vienna). Consigliamo a tutti di fare questo percorso e di farsi prendere dalle mille deviazioni che si possono fare dal Danubio per visitare i confini. Si perché questo è un viaggio di confini e di differenze, di lingue poco conosciute, di campagne dai colori antichi e di tanta tanta pista ciclabile, un vero paradiso per un cicloturista!

Il Danubio, secondo fiume d'Europa dopo il Volga, con i suoi 2860 km tocca ben 10 paesi, andando dalla Germania fino alla Romania. Noi ne abbiamo attraversati 4, la Germania, l'Austria, la Slovacchia e l'Ungheria. Nel nostro percorso abbiamo avuto modo di vedere come viene sfruttata la grande portata di acqua di questo fiume, per esempio con le numerose centrali idroelettriche ma anche e soprattutto con una via commerciale che ha indotto nel tempo, il superamento delle divisioni fra est e ovest con la Commissione per il Danubio che ne garantiva la libera navigazione.

Partiamo da Passau dove il Danubio riceve l'apporto determinante degli affluenti Isar e Inn, da qui inizia uno dei tratti più pittoreschi del suo percorso, ampio e maestoso.

Ma non solo solo le suggestive vedute offerte dal fiume a rendere affascinante questo itinerario, tanti sono i momenti che rievocano le memorie storiche con antichi borghi, abbazie e castelli disseminati lungo il fiume.

Il percorso, quasi totalmente pianeggiante, é molto gradito ai ciclisti, soprattutto e molto frequente incontrare tranquille famiglie e persone di tutte le età, insomma non è un itinerario solo per gli esperti di cicloturismo o per i ciclo viaggiatori amanti di "imprese" ne tantomeno per pedalate solitarie! E' tutto molto attrezzato e organizzato, almeno fino a Vienna, perché poi...

Varcare un confine in bicicletta rende il viaggio ancora più affascinante per il senso di conquista e di lontano che può darti. E non dimenticheremo mai quanto ci siamo sentiti lontani e allo stesso tempo esploratori quando abbiamo varcato il confine austro-ungherese nei pressi di di Varbalog nella più completa solitudine e all’improvviso siamo passati dalla ricca e ordinata campagna austriaca a chilometri di strade sterrate ungheresi e una campagna inondata di lavanda in fiore.

La maggior parte dei cicloturisti si ferma a Vienna, ma la parte meno turistica del viaggio e quella meno scontata inizia proprio mentre la pista ciclabile arriva a Bratislava sul confine austro-slovacco, e l’euro sparisce e l’inglese è meno comodo della vecchia comunicazione a gesti. Una semplice pietra segna il confine fra Austria e Slovacchia, ma il paesaggio cambia invece improvvisamente: la catene dei Carpazi entra in scena a costituirne il sorprendente sfondo. E il percorso prosegue accanto al Danubio, che dalla Slovacchia fino a Budapest non sarà più incanalato, ordinato, pieno di navi da crociera come in Germania e in Austria.

DESCRIZIONE TAPPA APPROFONDITA

Ed eccoci alla tappa da Gyor a Komarno o Komaron, dipende da quale parte del Danubio ti trovi, qui non siamo nel salotto buono “austro/tedesco” dove l’asfalto della pista sfiora la perfezione, dove i cartelli ti indicano i metri che stai percorrendo, dove i servizi per i ciclisti sono così invasivi che quasi ti fanno perdere la voglia di scoprire, di esplorare… quasi. Qui siamo un po’ in Ungheria e un po’ in Slovacchia, rimbalzando sulle due sponde del Grande Danubio dove in alcuni punti raggiunge la larghezza di 1 km. Siamo in un ambiente selvaggio, quasi incontaminato dalla presenza della “modernità”. Pedalando su cemento grezzo, argini sterrati, tracce di asfalto dove sembra ci sia stato un bombardamento tante sono le buche da dribblare, cartelli con indicazioni mai pervenuti. Questa tappa nonostante gli oltre 37 gradi continui, ci ha messo i brividi ma non per la difficoltà del percorso, ci ha messo i brividi la grande semplicità di tutto quello che ci è girato intorno, in questa tappa siamo tornati indietro nel tempo o meglio tornati indietro nel tempo rispetto a quello che viviamo a casa nostra. I sorrisi della gente, la voglia di accogliere, la disponibilità, la curiosità… forse sarà merito della bicicletta che trasmette sempre amicizia, ma in questa tappa, abbiamo incontrato tanta umanità e questo è un aspetto determinante per i nostri viaggi in bicicletta. Da Gyor a Komarno (o Komaron) la scegliamo come la tappa simbolo del nostro cicloviaggio sul Danubio, è la tappa che ci ha regalato le emozioni più semplici, più vere. E sembra impossibile pensare che a meno di 50 km da Budapest un ponte sia stato ricostruito solo da alcuni anni, dopo essere stato distrutto durante la seconda guerra mondiale.

Si susseguono i pittoreschi paesi della campagna ungherese e monumenti imponenti, fra tutti la chiesa ungherese di San Pietro a Eztergom, che appare come un miraggio all'orizzonte. Pedalando su piste non proprio adatte alle nostre bici cariche,il Danubio continua la sua corsa liberandosi dalla stretta delle montagne per portarsi al cospetto di Budapest dove siamo arrivati in una domenica pomeriggio caldissima mentre gli ungheresi si godevano limonate e skateboard sulla pista ciclabile accanto al Danubio, dopo 800km e 4 nazioni, la nostra gioia è stata immensa!

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