Fiordi occidentali

Fiordi occidentali


Ci sono tanti modi per essere rapiti dai Fiordi occidentali islandesi!

Per esempio in bicletta, è così che siamo stati catturati nel nostro primo impatto con l'Islandaun cicloviaggio da veri esploratori.

Volevamo un'esperienza forte, solitaria, gigante, insolita!

I fiordi occidentali sono placidi, inesorabili, lontani... lontani da ogni forma di frenesia... turistica!

Siamo in Islanda il sole ci saluta alto anche la mattina, forse qualche grado in meno, ma il ghiacciaio del fiordo si presenta anche stamattina nella sua nitidezza. Oggi non abbiamo la più pallida idea di dove andremo a dormire, perché la tappa di ieri si fa sentire e non possiamo rifare così tanti km. Mah... sarà la volta buona che si pianta la tenda in un campo!

La cartina seg nala che oggi ci sono almeno altri due fiordi da fare, fra i più lunghi.

Appena partiti giriamo la testa verso il mare e vediamo una foca! Ma una foca che nuota, anzi due! Ovviamente troppo rapide per essere fotografate. Però che storia, sempre viste ai filmati di Piero Angela e ora ce la ritroviamo davanti!

Bello bello bello. Questa è una bella scarica di adrenalina per affrontare la giornata.

Andiamo avanti con il buonumore incorporato. Intanto sempre meno macchine e sempre meno pecore…

Dopo un po’ di km appare il miraggio dei miraggi…

Ci fermiamo e scopriamo una sorta di rifugio/ristorante dove alcuni ragazzi giovani gestiscono il luogo organizzando anche uscite in kayak per vedere le foche o camminate.

7 fratelli sono questi, e ho fotografato nella mia mente i loro volti, con un colore di capelli a metà fra il rosso e il biondo, una sorta di colore ocra che sembra quasi innaturale! Gli domando cosa fanno in inverno; uno è laureato in economia, hanno delle pecore, uno è cuoco, uno è un poliziotto… insomma si spaccano il culo e si arrangiano.

Di questi ragazzi ci ricorderemo la gentilezza e la passione per il loro lavoro, oltre che due gustosissimi panini e torte fatte in casa. Perfino un CD di sottofondo che sembra Tom Waits, d’altra parte l’America qui non è mai lontana così tanto.

E a loro chiediamo come fare per il campeggio libero, e ci segnalano che a circa 35km da lì c’è una casetta in legno dove fanno il caffè, chiedete a loro….

Già perché mi dimenticavo di dirvi che fra una casina e un’altra non c’è niente, solo fiordi, montagne, pecore e uccelli di ogni tipo.

Per cui le poche occasioni di socializzare sono così preziose.

Quindi affrontiamo i km con il pensiero di questa casetta.

Dopo tanto vento arriviamo ad una casetta dove sostano alcune macchine. La guida segnala questa casupola come luogo di interesse storico, in realtà è una casa in pietra da contadini, ma all’interno c’è una simpatica signora con nipote che preparano kaffi e waffles ai turisti. Quindi anche a noi.

Chiediamo al ragazzino che parla "americano" perfetto se possiamo piantare la tenda, e ci risponde di siiiii! Anzi, a dire la verità non ci sembra sorpreso, quindi ci dice di andare avanti per 1km dove si trova una big white house "con mio nonno che non parla inglese comunque voi andate se poi ci sono problemi vediamo…"

OK, pur di piantare la tenda ci arrangiamo anche in qualche difficile parola islandica.

Ma soprattutto la cosa spettacolare non sono gli incantevoli fiorellini gialli dove abbiamo piantato la tenda, non è la gentilezza di questa famiglia o la voglia di comunicare del nipote sedicenne (con calzino di lana cruda e scarpe stile All Star), ma il fatto che proprio di fronte a questa casa dimora una colonia di foche!!! Una vera colonia segnalata anche dal cartello. Avete presente una tribù di 15 animali grassi in bella posa che non si fanno avvicinare ma si fanno fotografare tutto il giorno! Roba da gente vanitosa! Ecco le prove…

Anche questa giornata si conclude in modo eccezionale.

Vedere questi animali dal vivo mi fa realizzare forse per la prima volta di quanto siamo lontani e di come ci si senta fuori dal mondo.

Dovremo tenerci queste sensazioni preziose.

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