Fattoria di Celle, Parco arte ambientale

Fattoria di Celle, parco di arte ambientale

DA NON PERDERE

  • La cabane éclatée aux 4 salles di Daniel Buren.
  • Il Labirinto di Robert Morris.
  • La Scultura Flottante Celle di Marta Pan.
  • Cubo senza cubo di Sol Lewitt.
  • La cabane éclatée aux 4 salles di Daniel Buren.


Una bella camminata in luoghi magici, quelli che ci fanno stare bene e trascorrere una giornata piacevole non si trovano, a volte, molto lontani da noi. Bisogna cercarli, scoprirli e, avere la voglia di esplorarli. In provincia di Pistoia, nella località di Santomato, esiste un ambiente che ti lascerà trascorrere attimi di felicità immerso nella bellezza dell’arte ambientale.

Parliamo della Collezione Gori situata a Villa Celle. Dietro un maestoso ed imponente cancello si nasconde un tesoro prezioso. Un luogo sconosciuto a chi ci abita vicino ma apprezzato in tutto il mondo. Il collezionista Giuliano Gori, nel giugno del 1982, ha aperto al pubblico la sua magnifica collezione di 16 opere "site-specific". Nel tempo queste sono aumentate a dismisura ed oggi, infatti, le opere ammontano a più di settanta.

Un giardino romantico di circa 30 ettari, in una zona dove si produce Chianti Montalbano e olio extra vergine d’oliva, Villa Celle spalanca le porte a tutti quei viaggiatori che amano l’arte e adorano perdersi in essa come in un sogno.

I vari artisti, invitati in villa, si sono lasciati ispirare dalla natura per cercare il loro spazio preferito dove comporre l’opera. Niente è lasciato al caso. Ogni opera si trova in un determinato luogo [all’aperto o all’interno di un edificio storico] perché l’artista voleva che essa fosse lì. Anche noi dobbiamo trovare la nostra dimensione, il nostro luogo ideale per non lasciare che le opere ci passino davanti, una dopo l’altra, senza lasciarci emozioni. Dobbiamo viverle, loro vogliono così. Dobbiamo sentirci parte del gioco, in un labirinto di sensazioni e colori. L’installazione come parte integrante del paesaggio e noi come protagonisti del nostro sogno a vagare tra opere d’arte.

Il viaggio inizia ancora prima di varcare il cancello con l’opera Grande Ferro di Alberto Burri, posizionata nel giardino del piazzale antistante l’entrata. Una gigantesca opera di acciaio verniciato di rosso che, con la fantasia, assume la forma di una cipolla.

Saliamo in bicicletta (ma i più ci arrivano in macchina!) fino al parcheggio superiore per iniziare la nostra visita guidata. La prima opera che ci stupirà sarà “per quelli che volano” di Luigi Mainolfi, una panchina situata sul tetto della Fattoria in ricordo a Pina Gori cha amava ammirare il tramonto dall’alto della terrazza.

Il percorso a piedi all’interno del parco e degli edifici storici durerà circa quattro ore e durante il nostro cammino tante sono le installazioni delle quali ci innamoreremo. Il Labirinto di Robert Morris con al suo interno in una sequenza di strade in salita e curve marcate.

Grandi spazi all’aperto si apriranno davanti come per magia, e dietro ogni angolo cela un’opera nuova da scoprire.    La Scultura Flottante Celle di Marta Pan all’interno di un laghetto si culla con il soffio del vento, due anime, madre e figlio, navigano nell’acqua in completa libertà.

Cubo senza cubo di Sol Lewitt, una scultura in cemento bianco, si trova, invece, al centro del parco e rappresenta un cubo a cui manca un ottavo della forma. Sembra perfetto e, invece, se ci giri bene intorno noti la mancanza. Non lontano si trova Excelle di Marco Tirelli, rappresentata da misteriose forme che sembrano totemi metafisici, è nascosta tra platani e cedri nella sezione sud-ovest del parco. Katarsis di Magdalena Abakanowicz: in uno spazio recintato un’installazione composta da trentatre figure in bronzo disposte su quattro file. Un messaggio forte, una situazione inquietante e macabra vista da davanti: le figure sono senza gambe e braccia e vengono rappresentate aperte.

La nostra preferita!

La cabane éclatée aux 4 salles di Daniel Buren: un gioco di luci e colori, specchi e marmi. Una casa con le porte esplose. Entriamo e ci divertiamo. Percorriamo gli spazi, ritroviamo i colori.

Tema e variazioni II di Fausto Melotti: un’opera dolce, accattivante e sinuosa si snoda su uno specchio d’acqua del giardino. Gli elementi in acciaio inox si riflettono sul lago e, se ascolti bene, potrai udire suoni e vibrazioni dati dalle sfere e dalle catene che si muovono al ritmo del vento. Tanti ancora gli artisti, tante ancora le opere da scoprire ma non vogliamo rovinarvi ancora di più la sorpresa. Vogliamo lasciarvi il compito di continuare l’esplorazione in questo mondo parallelo che è la Collezione Gori a Fattoria di Celle.

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