Parco delle Cascine di Tavola

Parco delle cascine di Tavola


Uno splendido Parco dove respirare!

Avere un Parco così alle porte di una città è una fortuna, un valore inestimabile, a piedi, in bici, splendidi picnic, attività fisica, fotografare... le Cascine di Tavola sono uno splendido parco che, con i suoi circa 300 ettari, si estende nella zona sud della città, prendendo il nome dall’omonimo quartiere in cui si trova.
Realizzate nel Quattrocento per volere di Lorenzo di Piero de' Medici detto il Magnifico, sulla base di un progetto che prevedeva l’acquisto e la trasformazione della villa di Poggio a Caiano e la realizzazione di un vasta tenuta agricola bonificata dalle paludi attraverso una fitta rete di canali.

All’epoca l’attività principale era l’allevamento del bestiame e la produzione di formaggi era in grado di soddisfare la domanda di tutta Firenze.

La fattoria, circondata da un largo fossato, è l’edificio principale della tenuta e fu realizzata tra il 1477 e il 1479 da Giuliano da Sangallo e Giuliano da Maiano, due architetti al servizio di Lorenzo che ricavarono direttamente il progetto dal ‘De architectura’ di Vitruvio.

Nel Cinquecento furono impiantate nella zona ovest della tenuta (poderi del Pasco e del Pinzale) vaste risaie sperimentali, le prime in Toscana.

Nel corso dell’ottocento si risistemarono i canali, allora percorribili con barche, e si crearono per il passeggio boschetti di gusto romantico e zone a selvatico. Nel dopoguerra vi fu un progressivo declino e abbandono dei poderi, anche a seguito delle distruzioni belliche, dell’inquinamento e dell’intasamento delle gore.
Attualmente gran parte dell’area è un magnifico parco ad uso pubblico, con grandi prati e zone a bosco.

La massima estensione e la più razionale organizzazione della tenuta agricola fu raggiunta all’inizio del Seicento, quando le attività principali erano costitute dall’allevamento del bestiame, dai prodotti caseari, dal pesce pescato nei canali, dalle risaie e dai prodotti agricoli.

Ma le Cascine di Tavola erano anche luogo di delizie e di svago: al tempo dei granduchi medicei tutta la tenuta era collegata da viali percorribili con le carrozze, vi erano zone per la caccia e la pesca, furono realizzate due ampie gabbie per l’uccellagione, il recinto delle ‘pavoniere’, un ampio spazio di circa 20 ettari dove si allevavano i daini utilizzati per la ‘corsa dei daini’, una gara in cui i poveri animali venivano inseguiti dai levrieri. Nel corso del Settecento la fattoria fu ristrutturata ed assunse l’aspetto attuale. Nel periodo napoleonico le risaie vennero colmate.

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